Scalea, lavoratori in agitazione al consorzio Valle Lao: sette mensilità arretrate
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Scalea, lavoratori in agitazione al consorzio Valle Lao: sette mensilità arretrate

I lavoratori del consorzio di bonifica chiedono il coinvolgimento dei 35 sindaci dei comuni del Bacino


SCALEA – 17 nov. 21 - Sette mensilità arretrate, quasi otto. La situazione diventa insostenibile per i lavoratori del consorzio di bonifica “Valle Lao” di Scalea. I dipendenti dell'ente di via Fiume Lao sono giunti al limite della sopportazione e fanno sapere che metteranno in atto ogni iniziativa utile per difendere i diritti negati già da troppi mesi, proclamando lo stato di agitazione e chiedendo il coinvolgimento e l’intervento dei sindaci del comprensorio. Il territorio coperto dal consorzio racchiude ben 35 comuni. I lavoratori sono pronti a chiamare in causa l’amministrazione regionale, il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, e le associazioni di categoria. I dipendenti dell'ente di bonifica citano l’articolo 36 della Costituzione Italiana, che sembra essere disatteso, e recita: “ Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. “Tutto questo – sostengono i lavoratori - non si verifica al Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino di Scalea, dove i 50 dipendenti non vedono corrisposte già ben 7 mensilità (tra una decina di giorni arriveranno ad 8 mesi). I lavoratori tuttavia continuano ad assicurare, per mero senso di responsabilità ed attaccamento al lavoro, gli importanti servizi consortili, irrigui ed idrici-potabili, anticipando anche a volte, le spese vive per spostamenti e trasferte”. Adesso, però, rivendicano un’assunzione di responsabilità da parte della Regione Calabria, in relazione alla necessità di garantire i servizi agli agricoltori ed ai cittadini, ed anche vedere garantito il reddito ed il livello occupazionale.


“Anche le promesse dell’attuale Amministrazione dell’Ente – affermano - con il presidente Miceli, cioè l’erogazione di uno stipendio e mezzo entro il 15 novembre, è stata disattesa. E’ inutile precisare che con tale ritardo le famiglie dei dipendenti consortili, che sia chiaro non sono i dipendenti forestali che percepiscono regolarmente lo stipendio, sono ormai alla fame e mortificati nella dignità di lavoratori e di uomini. Occorre trovare, dunque, soluzioni che assicurino prospettive certe ai lavoratori di un comparto che è strategico per la Regione che vede nell’agricoltura la sua principale opportunità di sviluppo”.



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