Terme luigiane, si va in Cassazione

Il comune di Acquappesa si preparara insieme a Guardia Piemontese a rispondere al controricorso della Sateca sulle terme luigiane: si va ora in Cassazione

Acquappesa, 16 maggio 2024 – La questione delle Terme torna nuovamente nelle aule di giustizia. C'è un ricorso in Cassazione, proposto dalla società che gestiva la struttura, control la sentenza del consiglio di Stato del mese di ottobre dello scorso anno. Nella delibera di giunta approvata in questi giorni si ricorda che insieme al comune di Guardia Piemontese, l'ente è proprietario dell’area del compendio termale delle “Terme Luigiane” ed è anche concessionario delle acque termali, inizialmente in maniera perpetua e ad oggi a tempo determinato per la durata di trenta anni e fino al 2036. si ricorda che è in corso da anni un contenzioso con la Sa.Te.Ca. spa, ex sub-concessionaria delle acque termali. I comuni di Guardia Piemontese e di Acquappesa con la sentenza del Consiglio di Stato del mese di ottobre hanno ottenuto un risultato favorevole.

La delibera

Nella delibera si evidenzia che è necessario resistere per “gli interessi pubblici e collettivi che questo Ente – si legge - è chiamato a difendere e tutelare, sia per quanto riguarda il ripristino del proprio patrimonio immobiliare, che per quanto concerne lo sviluppo economico dell’intera collettività amministrata, che potrebbero essere gravemente compromessi dalle azioni intentate dalla Sateca. In tale identica direzione – si legge ancora - è chiamato ad operare il comune di Guardia Piemontese, con il quale sulla materia in generale e sul giudizio in particolare, persiste un continuo confronto”. GI due comuni hanno quindi valutato la possibilità di un incarico legale congiunto in favore degli avvocati Porzio e Zicaro, “profondi conoscitori dei fatti accaduti in quanto hanno già difeso gli enti nei precedenti giudizi”.

Come è noto, la società Sateca aveva proposto davanti al Tribunale amministrativo regionale per la Calabria il ricorso con il quale aveva impugnato: il “Verbale di acquisizione dei beni” oggetto della subconcessione di uso ed esercizio del compendio idrotermale “Terme Luigiane”, redatto il 17 febbraio 2021 dai sindaci dei Comuni di Acquappesa e di Guardia Piemontese; il “Verbale di apprensione coattiva” dei beni oggetto della subconcessione, redatto in data 5 febbraio 2021 sempre dagli stessi sindaci. Il Tar aveva inizialmente accolto il ricorso con sentenza del 2021, appellata dalla società.

Il consiglio di Stato

Il consiglio di Stato ha invece ribaltato la questione ed ha accolto gli appelli dei due comuni respingendo, quindi, il ricorso di primo grado.

La società appellante era titolare sin dagli anni '30 di subconcessione (prima perpetua) della facoltà di utilizzare l’acqua delle sorgenti termo-minerali delle “Terme Luigiane”. La concessione di utilizzo è stata affidata dai comuni in subconcessione alla società nel 1936 per quaranta anni, prorogata di ulteriori quaranta anni, con fissazione della data di scadenza al 15 aprile del 2016.

Con il ricorso di prime cure la società aveva dedotto l’illegittimità dei verbali di consegna dei beni strumentali all’utilizzazione della concessione, per essere stati adottati in contrasto con quanto previsto dal protocollo d’intesa del 14 aprile 2016 stipulato tra la regione Calabria, i sindaci dei comuni di Acquappesa e di Guardia Piemontese e la stessa Sateca, con cui veniva differito il termine di durata della subconcessione “fino al positivo completamento, da parte degli stessi comuni, della procedura ad evidenza pubblica per individuare il nuovo soggetto gestore” e comunque non oltre il 31 dicembre 2018.

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