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Scalea, l'aviosuperficie è mai stata utile al semplice cittadino? Domande senza risposta

Il "Caso" dell'aviosuperficie apre il dibattito con una serie di riflessioni. Quanto giova al pubblico; quanto giova al privato?



SCALEA – 8 apr. 23 - Scoppia il “caso” dell'aviosuperficie. E' la società che gestisce l'area ormai da diversi anni a rendere nota una comunicazione sulla “decadenza” della gestione. Nelle ore, il dibattito si surriscalda sui social, e l'amministrazione comunale riferisce: “di aver semplicemente preso atto della revoca della licenza da parte dell'Enac al precedente gestore a causa della concessione scaduta dal 2008, e comunica che predisporrà apposito bando per l'affidamento della gestione della struttura”. Passa qualche ora ed è, questa volta, sia il gruppo di opposizione che la stessa società di gestione a smentire, pubblicando una lettera dell'Enac quanto affermato dall'amministrazione comunale. Insomma, come sempre è stato, la vicenda legata all'aviosuperficie di Scalea, che sarebbe dovuto diventare un aeroporto, è molto ingarbugliata.



LA RIFLESSIONE

La prima domanda che il cittadino medio si pone è: ma l'aviosuperficie o aeroporto, così com'è, è stata mai utile agli abitanti dell'alto Tirreno cosentino, visto che è stata realizzata con denaro pubblico e con il “sacrificio” degli ex comuni appartenenti al “Patto territoriale”?

Viene poi da chiedersi: chi è stato il beneficiario di una gestione affidata a privati? Il cittadino medio, probabilmente no.

I voli privati che negli anni avrebbero usufruito dell'aviosuperficie, hanno portato benefici al turismo della Riviera dei cedri?

Le amministrazioni comunali, tutte, hanno mai realmente creduto nella possibilità di realizzare un aeroporto minore o si sono abbandonate al "lascia fare"?

Riprendendo una proposta provocatoria che gira da anni: sarebbe stato meglio realizzare, per esempio, un centro fiere in quell'area?


Sono passati ormai anni e anni in cui in quel luogo, il cittadino medio non ha mai messo piede, neanche per un “volo turistico”.

E, negli anni, non è stato mai possibile, per i semplici cittadini, capire chi effettivamente gestiva un bene che è di tutti i comuni dell'ex patto territoriale; e perchè, nonostante si parlasse di aeroporto, la struttura non è mai entrata in funzione, in quanto tale ad uso dei semplici cittadini, ma è stata utilizzata praticamente a scopo privato dalla società e da quanti, probabilmente a pagamento, hanno usufruito del servizio.

Forse, il “caso” scoppiato in queste ore servirà anche a chiarire la reale situazione dell'aviosuperficie di Scalea, e perchè la struttura è stata data in gestione negli anni ad un privato e con quali criteri è stato scelto il privato. Magari saranno anche le stesse amministrazioni comunali ad interrogarsi sul perchè nessuno, dal pubblico, ha mai voluto prendere l'iniziativa per rendere attiva l'aviosuperficie che avrebbe potuto rappresentare almeno un nodo di collegamento con aeroporti più importanti.



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