Sangineto, strutture abbandonate, immobili inutilizzati dell'Asp e del Comune
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Sangineto, strutture abbandonate, immobili inutilizzati dell'Asp e del Comune

Nel comune del Tirreno cosentino, la presenza di "cattedrali nel deserto” immobili abbandonati ed inutilizzati per i quali spesso viene pagata anche (inutilmente) l'energia elettrica



SANGINETO – 17 nov. 22 - Genera malumore a Sangineto il mancato avvio del funzionamento di alcune strutture e l’abbandono di immobili di proprietà pubblica. Nel decennio 2010/2020 la Regione Calabria, ha erogato al comune di Sangineto una cospicua somma per la realizzazione delle "Casa della donna", destinata all'accoglienza di donne vittime di violenza o comunque in situazioni di fragilità. Oltre ai fondi per l'esecuzione dei lavori, è stato finanziato anche l'acquisto degli arredi. I lavori sono ormai ultimati da tempo ed i locali sono stati arredati con quanto necessario per una dignitosa accoglienza. Tuttavia, nonostante la struttura sia stata inaugurata già un paio volte, fino ad oggi, resta inutilizzata. Invece potrebbe rivelarsi utile allo scopo per la quale è stata pensata. Oltre a questa struttura, la Regione ha erogato fondi per poter sistemare vecchie abitazioni per la realizzazione del "Paese albergo". Anche questi immobili, nonostante siano stati già arredati, nonostante risultino allacciati ai servizi essenziali, quali luce ed acqua, sono di fatto inutilizzati o utilizzati sporadicamente.



Per la realizzazione di queste opere, la Regione Calabria, ha erogato una somma che oscilla tra un milione e mezzo e due milioni di euro. Ci si potrebbe interrogare, quindi, sulla effettiva necessità di spesa di denaro pubblico per opere e strutture che non vengono utilizzate, le cosiddette “cattedrali nel deserto”. Fra l'altro, oltre ai finanziamenti erogati, gli stabili necessitano di manutenzione periodica e, a quanto pare, essendo allacciati all'energia elettrica, producono spese anche in questo senso. Oltre a questi immobili comunali, l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza risulta essere proprietaria di un centro di accoglienza diurno, dapprima aperto e poi chiuso. Uno stabile che versa ormai da oltre 15 anni in un totale stato di abbandono, non viene utilizzato dall'Asp nè per fini istituzionali nè per fini extra istituzionali. L'area di corte dell'immobile è ormai diventata una boscaglia di arbusti di media altezza e la vegetazione sta anche danneggiando la struttura. Pare inoltre che il fabbricato sia regolarmente allacciato ai servizi di rete quali energia elettrica e acqua. L'Asp, probabilmente, dovrebbe anche pagare l'imposta sugli immobili. Una situazione che potrebbe interessare la politica locale, i gruppi di minoranza. E, c'è anche qualche cittadino che si pone tale problematica. Il mancato intervento “politico” potrebbe essere ricondotto alla volontà di mantenere rapporti di buon vicinato.



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