San Nicola Arcella, fondo di solidarietà: le casse comunali piangono
Il sindaco Madeo spolvera una problematica da tempo sul tavolo della discussione: il fondo di solidarietà che versano i comuni, penalizza i centri con molte seconde case
SAN NICOLA ARCELLA – 30 ott. 21 - Non è la prima volta e, forse, non sarà neanche l'ultima: il fondo di solidarietà che i comuni versano allo Stato viene ritenuto ingiusto perché sottrae importanti risorse ai comuni. Il caso, come è noto, è stato sollevato più volte ed anche a livello parlamentare. Ad essere maggiormente penalizzati sono i comuni costieri, in particolare, in questo caso, quelli della costa del Tirreno cosentino. Perchè il fondo proviene dai versamenti Imu delle seconde case, che nei paesi costieri sono numerose, superano persino le abitazioni dei residenti. Il sindaco Eugenio Madeo fa presente che: San Nicola Arcella, dal 2014 al 2020, ha versato al “fondo di solidarietà comunale” ben 12 milioni e 971mila euro e, in cambio, ne ha ricevuti soli 6 milioni e 971mila. “Il resto – scrive - 6 milioni di euro, il 47% del versamento complessivo Imu, è stato distribuito agli altri comuni italiani”. Ogni anno, mediamente , su 1.853.000 euro incassati, dal Fondo vengono trasferiti nelle casse comunali 996.000 euro. E' paradossale, e questo è stato oggetto di una interrogazione parlamentare finita nel dimenticatoio, il fatto che il 93% dei comuni italiani riceve dal Fondo più di quanto versa, con grande beneficio per le casse e per i servizi; mentre il 7% riceve meno di quanto versa ed il comune di San Nicola Arcella, ma anche Santa maria del Cedro ed altri sono in questo elenco.
Secondo Madeo, San Nicola Arcella è la punta dell'iceberg in negativo, perché è il comune che: “in percentuale versa di più e riceve di meno. Ciò avviene – spiega - perchè per la distribuzione delle risorse del Fondo si utilizzano parametri fortemente penalizzanti, quali la spesa storica, molto bassa, perché in passato si spendeva poco per l’incapacità cronica del Comune di riscuotere i propri tributi, il fabbisogno standard che fa riferimento alla popolazione residente e non tiene conto delle circa 5.000 unità abitative di residenze turistiche, come se le stesse non necessitassero dei servizi essenziali e la capacità fiscale, che però incide pochissimo sul complesso delle risorse finanziarie trasferite”. Intanto si apprende che “La Corte dei Conti con la delibera n.125/2021 ha accolto la richiesta del sindaco Eugenio Madeo di poter rimodulare il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale presentato precedentemente dal Comune e fra circa tre mesi sarà ripresentato il nuovo Piano”. “Sarebbe importante – afferma Madeo - che nel frattempo i parametri utilizzati subissero una modificazione sostanziale. Se solo fosse possibile trattenere il 90% delle risorse Imu versate, ci sarebbero le condizioni finanziarie per far crescere la quantità e la qualità dei servizi erogati ed uscire presto dallo stato di riequilibrio finanziario. Se ciò non dovesse però avvenire, la manovra finanziaria sarà rimodulata in modo da poter trattenere più risorse possibili nel Comune, senza alcuna necessità di far aumentare la pressione tributaria, anzi, in alcuni casi sarà addirittura possibile farla diminuire”.
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