Maierà e Grisolia unite da un ponte tibetano di 1100 metri
Un ponte tibetano tra Maierà e Grisolia sulla vallata del torrente Vaccuta
GRISOLIA – 1 ago. 23 - Un ponte “tibetano” unirà Grisolia e Maierà. Le due giunte comunali hanno approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica. L'esecutivo di Maierà, con a capo il sindaco Ivano Russo, e quello di Grisolia, con a capo il sindaco Saverio Bellusci, hanno avviato l'iter per la realizzazione del “ponte che unisce”. Un'opera che, una volta realizzata, oltre ad unire i due territori divisi da una profonda valle, rappresenterà una vera e propria attrattiva per l'intero territorio turistico. La delibera di consiglio comunale del 5 aprile e del 28 gennaio 2019 dei due comuni, serviva ad approvare il protocollo di intesa intercomunale tra i municipi di Maierà e Grisolia al fine di incentivare azioni comuni di valorizzazione turistica del territorio di pertinenza.
Tra Maierà e Grisolia un ponte tibetano: "opera strategica"
L'intervento, è inquadrato come opera strategica e riveste interesse di area vasta per il comprensorio dell’alto Tirreno cosentino e per l’intera provincia. “Lo stesso intervento- si legge - si qualifica ancora come intervento sostenibile e di valorizzazione dei beni paesaggistici e naturalistici, finalizzati alla promozione turistica del territorio del comprensorio altotirrenico. Tra l’altro il progetto si qualifica come intervento di marketing territoriale e per l'internazionalizzazione, potenziamento infrastrutturale e delle reti di collegamento, infrastruttura per la valorizzazione dell’economia turistica, intervento di valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, intervento per la valorizzazione e fruizione della rete ecologica, intervento di valorizzazione di aree e percorsi naturalistici, sistema integrato di iniziative ed attività sportive, culturali e dello spettacolo”.
Tra Maierà e Grisolia un ponte tibetano per l'aumento dei flussi turistici
Il progetto strategico intercomunale, si qualifica anche come attrattore volto all’aumento dei flussi turistici per i comuni di interesse e del comprensorio altotirrenico. C'è una ulteriore particolarità: “l’opera si configura inoltre come la più grande del mondo, nel suo genere, in termini di lunghezza 1162 metri. Da una collina all'altra fra i due comuni che si sono sempre guardati a distanza, divisi dalla vallata del torrente Vaccuta che li attraversa. E' possibile affacciarsi e vedere i cittadini dell'altro comune. Per raggiungere, invece, i due territori, bisogna percorrere le strade provinciali per diversi chilometri. Ma, certamente, l'opera del “ponte che unisce”, va oltre, e punta alla valorizzazione dell’economia turistica, all'intervento di valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, alla valorizzazione e fruizione della rete ecologica, alla valorizzazione di aree e percorsi naturalistici, sistema integrato di iniziative ed attività sportive, culturali e dello spettacolo.