Grisolia, ritenuto affiliato al clan Santapaola: rimesso in libertà un 61enne
Coinvolto nell'operazione denominata "Sotto Scacco", un uomo di 61 anni è tornato in libertà, assistito dall'avvocato penalista Antonio Crusco
GRISOLIA – 5 apr. 23 - Era rimasto coinvolto nell'operazione denominata “Sotto Scacco”, perchè ritenuto affiliato a “Cosa nostra”, al clan Santapaola-Ercolano di Catania. E' tornato in libertà su istanza dell'avvocato penalista Antonio Crusco. O.G., 61 anni, è originario di Paternò, in provincia di Catania, ma è residente a Grisolia. Era accusato di far parte di una associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti operante nell'area di Paternò, in Sicilia. L'accusa contestata era aggravata perchè si ipotizzava che avesse “commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis, atteso che l’egemonia sulle piazze di spaccio sarebbe stata garantita dal clan mafioso, e, comunque, al fine di agevolare le attività dell’associazione di tipo mafioso operante in Paternò e facente capo al clan “Santapaola – Ercolano” di Catania che avrebbe ricevuto parte degli illeciti proventi”.
Al 61enne, la Dda di Catania contestava un ruolo “polivalente” all’interno del sodalizio in quanto si sarebbe occupato, nel momento del bisogno, della cessione della sostanza di stupefacenti nelle piazze di spaccio: “Piazza Indipendenza” e “Piazza Santa Barbara”. Secondo le ipotesi di accusa, avrebbe anche svolto il ruolo di vedetta o sentinella per segnalare ai partecipanti del clan la presenza delle forze dell’ordine. E, ancora, sarebbe stato iil tramite tra il capo e gli altri sodali impiegati nelle varie piazze di spaccio. Si sarebbe recato anche a casa del capo per poi riferire le notizie e le dinamiche della piazza dello spaccio. La Dda di Catania, inoltre, riteneva che O.G., essendo l’uomo più anziano del sodalizio, su incarico del capo, sarebbe stato investito dell’autorità di risolvere questioni spinose e in particolare di dirimere una vicenda tra gli appartenenti del sodalizio stesso. O.G. pur risiedendo formalmente in Calabria ed in particolare a Grisolia, secondo la Dda, avrebbe operato sulla piazza di Paternò, dove avrebbe vissuto e si sarebbe recato frequentemente, anche, del capo del sodalizio; dove avrebbe conteggiato il denaro provento delle cessioni di sostanza stupefacente.
Si sarebbe, dunque, mostrato “addentro alle dinamiche della famiglia mafiosa anche grazie a rapporti personali con esponenti di vertice del clan”. Infine, la Dda di Catania contestava all’uomo la detenzione e la custodia di armi da fuoco. L'avvocato di fiducia, il penalista Antonio Crusco, del Foro di Paola, dopo aver eseguito anche delle indagini difensive, ha depositato istanza di scarcerazione avendo tra l’altro il Tribunale di Catania, in accoglimento della sua tesi, escluso l’aggravante del metodo e della agevolazione mafiosa al Clan Santapaola di Catania. Il Tribunale di Catania, in accoglimento dell'istanza del penalista Antonio Crusco, ha completamente rimesso in libertà il 61enne, revocando la misura cautelare.
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