Fiumefreddo, fulminato a morte nel depuratore: nessun responsabile
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Fiumefreddo, fulminato a morte nel depuratore: nessun responsabile

Tutti assolti gli imputati del grave fatto avvenuto nell'aprile del 2013 a Fiumefreddo Bruzio


FIUMEFREDDO – 26 mar. 21 – Ieri pomeriggio, al Tribunale di Paola, è stata pronunciata la sentenza assolutoria, Giudice Alfredo Cosenza, su un decesso sul posto di lavoro. Un operaio specializzato, Antonio Bufanio, nell'aprile del 2013, aveva perso la vita mentre era intento a sostituire un fusibile all'interno di una cabina di alta tensione per l'alimentazione del depuratore di Fiumefreddo Bruzio. Il processo si è tenuto negli anni con una serie di consulenze e perizie. In relazione al fatto sono stati imputati per cooperazione colposa nel delitto di omicidio colposo: Achille Taglialatela, all'epoca amministratore della Impec Costruzioni s.p.a., in qualità di committente dei lavori; l'Ing. Fabio Iaccino, responsabile dell'ufficio tecnico dell'Ente proprietario dell'impianto; Giampiero Poltero quale legale rappresentante della Tecnologia e Sicurezza in qualità di datore di lavoro, che aveva inviato l'operaio ad eseguire la riparazione presso l'impianto di depurazione.



La contestazione rivolta a tutti i coimputati poggiava sull'assunto che non fossero state osservate le regole di condotta volte ad impedire il rischio e la verificazione dell'evento. L'accusa, aveva chiesto la condanna per tutti a 3 anni di reclusione. Secondo quanto ha fatto notare nel corso del processo, l'accusa insisteva sull'esistenza di un nesso causale comune a tutti gli imputati, i quali, a vario titolo, avrebbero contribuito a creare le condizioni da cui scaturiva il fatale incidente. Si contestava la mancata/adeguata manutenzione dell'impianto, la mancata adozione dei dispositivi finalizzati a garantire la sicurezza del dipendente sul posto di lavoro e la mancata predisposizione di misure tecniche ed organizzative atte ad eliminare o ridurre al minimo i rischi sull'intervento da eseguire.Il lungo processo, in cui si sono alternati consulenti e periti altamente specializzati, si è concluso con articolati interventi dei difensori, entrando anche nelle questioni tecniche. In particolare, la difesa di Giampiero Poltero, assistito dall'Avv. Enzo Belvedere e dall'Avv. Claudio Cavaliere, ha sottolineato come, diversamente da quanto sostenuto dall'Ufficio di Procura, non solo vi fosse stata un'adeguata osservanza da parte del Poltero di tutte le norme di protezione, applicabili all'epoca della verificazione dell'evento, ma, altresì, come il fatto fosse collegato ad un accidentale cedimento strutturale che rendeva imponderabile, ex-ante, il verificarsi di un accadimento di certo non imputabile al datore di lavoro. Gli avvocati Enzo Belvedere e Claudio Cavaliere hanno espresso soddisfazione per la conclusione di un processo che per molti anni ha pesato fortemente sull'animo del loro assistito. Al di là del risultato professionale conseguito manifestano la loro vicinanza ai familiari della vittima.



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