Diamante, condannato l'uomo "no vax”, di Tortora, che aggredì il dottor D'Amante
Un anno e otto mesi, pena sospesa, la condanna inflitta dal tribunale di Paola, oltre a varie pene accessorie e al risarcimento. Assolto dall'accusa di violazione di domicilio
DIAMANTE – 13 gen. 23 - Si è conclusa ieri, in tribunale a Paola, la vicenda del pestaggio subito dal dottor Raffaele D'Amante, il 14 giugno del 2017. I fatti si riferiscono al settore delle vaccinazioni effettuate dal poliambulatorio di Scalea, nel 2015. L’avvocato Francesco Liserre, difensore della vittima, costituitasi parte civile, in tribunale, aveva pure sollecitato il pubblico ministero a contestare, all’imputato una circostanza aggravante relativa alle gravi lesioni subite dal medico. Il Pm, accogliendo tale richiesta, aveva proceduto a modificare, in tal senso, il capo d’imputazione, dinanzi all’imputato, F.A.M., di Tortora, difeso dagli avvocati Michele Rizzo e Tiziana Vigni, del foro di Siena. Fra le parti civili, anche l’ordine dei medici di Cosenza, con il patrocinio dell’avvocato Herman Altomare. Ieri, il giudice del Tribunale di Paola, Roberta Carotenuto, accogliendo le richieste del pubblico ministero e delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Francesco Liserre ed Erman Altomare, ha condannato l’imputato ad un 1 anno e 8 mesi di reclusione, pena sospesa.
Inflitte anche altre pene accessorie, come il risarcimento per le spese di costituzione dell'ordine dei medici e della parte civile. L'imputato, inoltre, è stato condannato al risarcimento del dottor D'Amante, da liquidarsi in sede civile. Ma, a scanso di equivoci, il tribunale ha anche previsto una provvisionale, immediatamente esecutiva, che l'imputato dovrà versare subito a favore della vittima del pestaggio. L'imputato, è stato assolto con la formula “perchè il fatto non sussiste” dall'accusa contestata di violazione di domicilio, riferita al luogo in cui avvenne il pestaggio, nei pressi dell'abitazione del dottor D'Amante. I fatti, come si ricorderà, sono accaduti nel mese di giugno. L'imputato in quella particolare giornata aveva contestato, ma a quanto pare lo aveva fatto anche precedentemente, al dottor D'Amante di aver somministrato al figlio, nel 2015, un vaccino alterato che avrebbe causato danni di salute al minore. Fra i due ci sarebbe stata più volte una discussione anche dai toni accesi, ma il medico aveva dichiarato nell'immediatezza dei fatti, di non aver sporto querela in precedenza perchè pensava si trattasse dello sfogo di un genitore preoccupato.
Il dottor D'Amante, secondo quanto è emerso, nel mese di giugno 2017, era stato colpito violentemente al volto, alla testa, fino a quando non era caduto per terra. Solo dopo le urla della vicina di casa del medico, l'aggressore era risalito sull'auto ed è fuggito. Il dottor D'Amante è stato anche ricoverato alla clinica Tricarico ed i medici avevano diagnosticato un trauma contusivo alla regione parieto-occipitale, frattura delle ossa nasali, frattura dell'arco anteriore della V costa. La prognosi iniziale emessa dai medici era di 30 giorni, ma poi la situazione si era complicata ulteriormente e la prognosi aveva superato i 40 giorni, determinando quindi anche la riqualificazione del reato. La vittima del pestaggio era stata sentita, con non poche difficoltà nell'immediatezza dei fatti, dai carabinieri che avevano raccolto gli elementi utili alle indagini. Il tribunale si è riservato di produrre le motivazioni nei prossimi 90 giorni.