Diamante, condannato 12 anni fa e arrestato a febbraio: torna in libertà. Tardiva esecuzione
Il difensore Italo Ettore Guagliano ha proposto il ricorso al tribunale di Catanzaro che lo ha accolto rimettendo in libertà il 47enne, domiciliato a Buonvicino
DIAMANTE – 20 apr. 23 - Lo avevano arrestato nel mese di febbraio, nel frattempo erano trascorsi ben 12 anni dalla condanna. L'avvocato difensore, Italo Ettore Guagliano, ha ottenuto dal tribunale di Catanzaro, il provvedimento di scarcerazione. Si tratta di un uomo di 47 anni, di origini rumene, domiciliato a Buonvicino. S.V., è stato arrestato lo scorso 8 febbraio. Per lui era scattata una sentenza di condanna emessa nel lontano 2011 e riguardava i reati di rapina e maltrattamenti in famiglia. Ieri il Tribunale di Catanzaro ha dichiarato estinta la sua pena, per tardività dell’esecuzione. Un provvedimento particolare al quale i giudici sono giunti dopo i rilievi mossi dall'avvocato difensore. A richiedere la prescrizione della pena, per tardività dell'esecuzione, è stato il legale di fiducia del rumeno, l’avvocato Italo Ettore Guagliano del foro di Paola, che subito dopo l’arresto aveva depositato presso il Tribunale l'istanza di estinzione della pena con richiesta di immediata scarcerazione.
L’avvocato ha infatti evidenziato come la tardività dell’esecuzione della condanna avesse comportato l’estinzione della pena, con conseguente illegittimità del titolo di esecuzione, sulla base del quale, l’uomo era stato tratto in arresto. Ieri il Tribunale di Catanzaro ha accolto le doglianze del difensore e ha disposto l’estinzione della pena alla quale era stato condannato, pari a 2 anni e 7 mesi di reclusione, e ne ha ordinato l’immediata scarcerazione. La vicenda giudiziaria potrebbe non concludersi qui: il legale ha infatti preannunciato che farà richiesta per ottenere la riparazione per ingiusta detenzione, ovvero il risarcimento per il tempo trascorso dall’uomo in stato di detenzione, sulla base di una pena che doveva già considerarsi prescritta al momento della sua esecuzione, una cifra pari a circa 10 mila euro.
Che vergogna la legge italiana!