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Belvedere Marittimo, il 32enne indagato per l'omicidio Dimova resta in carcere

Il Gip del tribunale di Paola, Maria Grazia Elia ha convalidato il fermo, emesso dal pubblico ministero Rossana Esposito, con il consenso orale del procuratore capo, Pierpaolo Bruni, ed ha anche confermato la misura della detenzione in carcere


La vittima Aneliya Dimova
La vittima, Aneliya Dimova

BELVEDERE MARITTIMO – 22 set. 20 - Il 32enne di Belvedere Marittimo, A.R., indagato per l'omicidio della rumena, del 30 agosto scorso, a Belvedere Marittimo resta in carcere. Il Gip del tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, che si era riservata la decisione in merito, ieri ha convalidato il fermo, emesso dal pubblico ministero Rossana Esposito, con il consenso orale del procuratore capo, Pierpaolo Bruni, ed ha anche confermato la misura della detenzione in carcere. Come avevamo anticipato recentemente, la posizione dell'indagato non è semplice. Molti elementi trovati nell'abitazione, e non solo, riconducono alla presenza nei luoghi dell'omicidio del 32enne. Ci sono tracce che appaiono agli occhi degli investigatori inequivocabili, come per esempio le impronte digitali recuperate in una percentuale tale che la giurisprudenza colloca come prove. Le ipotesi di reato sono pesanti: il giovane è accusato di essersi introdotto nell'abitazione di Aneliya Dimova, in piazza Amellino, “al fine di procurarsi un ingiusto profitto”, con violenza. Infatti si ritiene che abbia colpito il capo della donna con una bottiglia di whisky Chivas regal. Anche in questo caso sarebbe stato rilevato del sangue alla base e un'impronta che potrebbe essere compatibile con quella dell'indagato. Ma come è noto, l'omicidio è stato particolarmente cruento.



Perchè l'assassino ha stretto una federa di cuscino attorno alla bocca assicurata con l'utilizzo di nastro adesivo. In quel frangente sarebbe stata prelevata anche la fede che la vittima portava al dito. Oggetto, come è noto, successivamente rivenduto ad un compro oro, certificato con l'utilizzo della carta d'identità. I carabinieri, nell'abitazione non hanno trovato il cellulare della vittima e neanche le chiavi dell'auto che la straniera aveva in uso. Neanche la borsa con gli effetti personali. L'analisi dei tabulati relativi al telefono della vittima, fra l'altro, avrebbe rivelato particolari interessanti nelle ore successivamente all'omicidio, avvenuto tra le 2.07 e le 2.40 del 30 agosto. Le telecamere di videosorveglianza del comune rivelano la presenza di una figura maschile che entra nell'abitazione da una porta finestra situata nel balcone. La stessa figura maschile esce dopo 33 minuti dal portone principale. La tempistica emersa dalla visione delle immagini rivela che all'1.27 una Mercedes Classe A, arriva nei pressi dell'abitazione della vittima; alle 2.07 viene rilevata la figura maschile che scavalca la ringhiera ed entra dalla porta finestra; alle 2.40, la stessa “figura” esce dall'abitazione allontanandosi a bordo del veicolo. Dalle comparazioni effettuate dagli investigatori dell'Arma emergono anche particolari su elementi coincidenti nell'automobile ripresa dalle telecamere di videosorveglianza e sul mezzo in uso all'indagato, stessa marca, modello, stessi cerchi in lega e stessa tipologia di fari. C'è poi tutta la questione dell'identità dattiloscopica, sulla quale abbiamo già riferito, che secondo quanto rilevato dai carabinieri del Ris sarebbe coincidente per almeno 4 frammenti e per almeno 17 “punti caratteristici”.

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