BELVEDERE MARITTIMO – 14 giu. 20 - Decisione presa dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Paola Rosamaria Mesiti sulla situazione degli indagati Ciro Rosano Tricarico, 63 anni, assistito dall'avvocato Giovanni Marafioti, e di Pasquale Tricarico, 70 anni, assistito dall'avvocato Giorgio Cozzolino, entrambi indagati nell'operazione della Guardia di finanza denominata “Clinica malata”.

Per i due fratelli, il Gip ha disposto la sostituzione della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari. Deci9sione presa con il parere contrario del pubblico ministero. Nel corso degli interrogatori di garanzia dei giorni scorsi, gli indagati avevano fornito al giudice la propria versione dei fatti che, in ogni caso, come è stato più volte sostenuto, si riferiscono ad una attività complessa che è basata su una ricostruzione documentale e non solo dell'attività delle società che hanno poi portato al default della Casa di cura Tricarico alla Marina di Belvedere Marittimo. Le contestazioni dei reati sono diverse e la questione va sicuramente analizzata con la stessa meticolosità utilizzata dagli investigatori della Guardia di finanza per rimettere insieme i vari tasselli. I legali degli indagati, avevano chiesto al Gip del Tribunale di Paola la revoca delle misure cautelari ritenendo, fra l'altro, che non sussisterebbero pericoli di inquinamento delle prove o di fuga. L'operazione della Guardia di finanza, coordinata dalla procura di Paola si è conclusa nei giorni scorsi con quattro persone indagate, tutte appartenenti alla stessa famiglia che gestisce la casa di cura. Gli investigatori della Guardia di finanza del comando provinciale di Cosenza, coordinati dal colonnello Danilo Nastasi, hanno ricostruito quanto più possibile i movimenti finanziari nel periodo dal 2011 al 2018 che hanno condotto ad una situazione debitoria per la società INR Srl che sfiora i cento milioni di euro. Il gruppo familiare viene ritenuto responsabile di aver proceduto “alla distrazione delle disponibilità della società CTR Srl, attraverso l'appropriazione – si legge – di contante presente nella cassa aziendale, derivante dai corrispettivi incassati per le prestazioni rese dalla clinica nei confronti di soggetti privati e da prelievi di denaro contante dai conti correnti societari”.