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Belvedere Marittimo, caso coronavirus: il sindaco Cascini preoccupato scrive alle autorità

BELVEDERE MARITTIMO – 20 apr. 20 – Per il caso di coronavirus confermato ieri a Belvedere Marittimo, che riguarda un cittadino belvederese che lavora come infermiere presso l'ospedale di Cetraro il sindaco Vincenzo Cascini ha scritto una lettera alle autorità competenti nella quale chiede “di avere un elenco di tutti gli operatori sanitari, medici e paramedici, che siano o siano stati a contatto con il centro covid-19 allestito presso l’ospedale di Cetraro, al fine di monitorare gli stessi e allertare tutti i probabili contatti, invitandoli a rappresentare l’insorgenza di patologie. Informativa richiesta e dovuta anche a tutti i sindaci del territorio”. Secondo quanto scrive Cascini, l'infermiere sarebbe stato visto in diversi reparti dell'ospedale di Cetraro ed anche in giro per Belvedere, quindi “ad alto rischio di contatto sociale. Si tratta, al momento, di un caso isolato – afferma il sindaco Cascini - che desta però seria preoccupazione per la popolazione, proprio per l'attività svolta dal malcapitato, che lo ha portato ad avere contatti sociali, anche al di fuori del lavoro ospedaliero perché, a suo dire, in assenza di sintomi”. Secondo Cascini: “di fondamentale importanza si appalesa il rispetto dei protocolli, cui sono tenuti tutti gli operatori sanitari coinvolti in ambito assistenziale covid-19 per i rischi di esposizione professionale nel contesto sanitario, ma anche e soprattutto fuori dall'ambito lavorativo, specie in ipotesi di assistenza domiciliare”. Il sindaco Cascini evidenzia nella sua lettera indirizzata a: presidente Regione Calabria, presidente Provincia di Cosenza, sindaci, commissario per la sanità in Calabria, direttore sanitario ospedale di Cetraro: “Per come è ormai acclarato, il contagio può avvenire anche tramite oggetti che non presentino alcun sintomo, ragion per cui è ancora più necessario che gli addetti ai centri covid-19 siano sempre in “quarantena”, proprio per evitare contagi non voluti, ma probabili; ancora più pregnante la necessità che ogni addetto ai centri covid-19 non possa essere spostato in altri reparti sanitari, se non dopo essere stato in quarantena e sottoposto a test di controllo. Assolutamente indispensabile, per altro, deve essere la differenziazione dei percorsi: spogliatoi, luoghi di lavoro, di ristoro e di pausa. Il tutto, affinché, sia resa quasi impossibile la diffusione fra colleghi. La gravità della situazione corre il rischio di vanificare gran parte del lavoro svolto finora. Si chiede pertanto di assumere immediati provvedimenti finalizzati a garantire il prosieguo di un efficiente controllo del territorio e nel contempo a placare lo stato di agitazione della popolazione”.